il giocatore


...partivo da Marassi (un quartiere di Genova, dove si trova lo stadio, n.d.r.) con lo zaino scout sul Garelli smarmittato, e dentro lo zaino c’era il mio Macintosh LC. La tastiera e il monitor CRT 12” ci stavano a pelo e il Garelli sbandava ad ogni curva sotto il peso.
L’accordo era telefonico e l’appuntamento a casa di Luca, che abitava nel punto equidistante da quella degli amici.
Sul tavolo c’era il suo Macintosh, io ci mettevo il mio e se qualcun altro ne aveva portato uno, ci stava anche quello. Collegavamo i computer a coppie in LocalTalk e giocavamo via seriale con i cavi stampante. Avevamo solo due giochi che si potessero giocare in rete, Bolo e Oxyd, e andavano a scatti anche se i computer erano distanti solo mezzo metro. Bolo era una simulazione di battaglia tra due carri armati in 2D, mentre in Oxyd interpretavi una sfera nera in un sistema di labirinti. Oxyd è uno di quei giochi di cui mi sono pentito di non aver pagato lo shareware, ma ero troppo giovane. Bolo era un gioco che dopo un po’ qualcuno moriva, ma non era mai troppo chiaro perché...

Fabrizio Venerandi si racconta; finisci di leggere su Il futuro non è mai... 

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